Roseo Mambrino, da Fabriano.
La Institutione del Prencipe Christiano, di M. Mambrino Roseo Da Fabriano, con l’aggiunta delle apostille & d’un trattato intorno all’ufficio del Consiglio& Consigliere, tratto per M. Lodovico Dolce dal libro spagnolo di Furio Ceriolo, con le due tavole, l’una de capitoli, & l’altra delle cose più degne di memoria.
In Vinegia, Appresso Gabriele De Ferrari, 1560
Volume in 16° (cm. 10,5 x 16,5), pagine: (32), 397, (3), al frontespizio vignetta editore Giolito ripetuta in una seconda variabile al retro di pagina 397, testatine e capilettera ornati in xilografia. Legatura in piena pergamena rigida con titoli manoscritti al dorso. Genuina cinquecentina da tasca nella condizione di Buono.
✦ Autore con note biografiche estese
Mambrino Roseo da Fabriano (attivo nella seconda metà del XVI secolo) fu scrittore, storiografo e compilatore attivissimo, legato all’ambiente editoriale veneziano, in particolare alla tipografia dei Giolito. Originario di Fabriano, fu autore di romanzi cavallereschi e trattati morali e politici, tra cui La Institutione del Prencipe Christiano, che lo colloca nel solco del pensiero politico rinascimentale ispirato al machiavellismo temperato da principi morali e religiosi. Si distinse per una produzione molto ampia e fortemente rivolta all’educazione dei potenti, accostando frequentemente la storia alla riflessione etica. La sua figura, talvolta trascurata dalla critica, rappresenta un anello significativo nel passaggio dal pensiero umanistico a quello della Controriforma.
✦ Opera
La Institutione del Prencipe Christiano
✦ Edizione
In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari, 1560.
Formato in sedicesimo (cm 10,5 x 16,5), pagine: (32), 397, (3). Legatura coeva in pergamena rigida con titoli manoscritti al dorso. Vignetta editoriale Giolito al frontespizio e in una seconda variante alla fine. Testatine e capilettera ornati in xilografia.
✦ Contesto storico e autoriale
Pubblicata nel pieno del clima post-tridentino, l’opera si inserisce nell’ampia riflessione cinquecentesca sull’educazione del sovrano ideale. L’autore propone un modello di principe cristiano, pio e giusto, contrapposto sia al tiranno di stampo machiavellico sia al monarca assoluto privo di virtù morali. Le apostille e il trattato sul consiglio e il consigliere, tradotto da Lodovico Dolce da Furio Ceriolo, completano il quadro offrendo strumenti pratici per il buon governo. Il volume testimonia l’interesse umanistico per la formazione morale del potere e per la costruzione di una società armonica fondata sulla virtù e sull’ordine.
✦ Elementi bibliografici e collezionistici rilevanti
La stampa porta la tipica marca editoriale della fenice su urna in fiamme, emblema dei Giolito. Le due tavole – dei capitoli e delle cose memorabili – ne fanno uno strumento anche pratico per l’uso politico. Legatura genuina, coeva e sobria, perfettamente coerente con la destinazione d’uso “da tavolo di studio” o da tasca. Cinquecentina ben conservata, assai interessante per collezionisti di trattatistica politica rinascimentale.