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Rao Cesare – Invettive, Orationi, et Discorsi di Cesare Rao – In Vinegia, appresso Damiano Zenaro, 1587

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Importante testimonianza della prosa morale cinquecentesca, le Invettive di Cesare Rao si distinguono per la varietà dei temi e la veemenza stilistica. Tra gli argomenti trattati figurano la condanna dell’avarizia, della menzogna, dell’adulazione e delle dipendenze, ma anche la lode dell’astrologia e delle scienze. Un’opera intensa, utile alla comprensione della pedagogia umanistica post-rinascimentale.

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Rao Cesare

Invettive, Orationi, et Discorsi di Cesare Rao di Alessano Città di Terra d’Otranto, fatto sopra diverse materie, & a diversi personaggi: dove si riprendono molti vitijj, & s’essortano le persone all’esercitio delle virtù Morali, & alle scienze, & arti Liberali.

In Vinegia, appresso Damiano Zenaro, 1587

Volume in 8° (ca. cm. 20,5 x 14,5), fogli: (5), 260, al frontespizio in basso a destra piccolo ma elegante timbro rosso di possesso, vignetta editore Damiano Zenaro: una salamandra coronata tra le fiamme e il motto “Virtuti sic cedit invidi”, testatine e capilettera ornati in xilografia. Legatura in cartonato foderato da carte marmorizzate con fregi e titoli dorati entro etichetta rossa al dorso. Reimpressione veneziana di questa raccolta di invettive e orazioni: invettiva contro gli avari, contro gli adulatori, contro le meretrici, contro l’ingratitudine, contro i mentitori e i bugiardi, contro gli spergiuri, contro i maldicenti, contro le donne loquaci, contro gli ambiziosi, contro gli ubriachi, contro i crapuloni, contro i giocatori, in lode dell’ignoranza, in lode della geometria, ecc. Significativi anche i passaggi in lode dell’astrologia. Il Rao, letterato, filosofo e poeta nato ad Alessano, presso Otranto, in data imprecisata, si laureò in filosofia a Padova nel 1559; si spense nella sua città natale fra il 1587 e il 1589. Fra le sue opere spiccano “I Meteori”, trattato sulle cause dei fenomeni naturali (pioggia, neve, grandine, ecc.), “Dell’origine dei monti”, “Le argute et facete lettere”; “Il sollazzevol convito”. Genuina cinquecentina nella condizione di Buono.

Autore con note biografiche estese
Cesare Rao (Alessano, sec. XVI – ca. 1587/1589) fu un letterato, filosofo e poeta originario della città pugliese di Alessano, nel territorio di Terra d’Otranto. Dopo essersi laureato in filosofia a Padova nel 1559, Rao si dedicò a un’intensa attività intellettuale e letteraria. Le sue opere, di impronta morale e didascalica, si inseriscono nel filone della letteratura edificante tardo-rinascimentale, con frequenti richiami al pensiero stoico e alla tradizione oratoria classica. Tra i suoi scritti si ricordano: I Meteori, trattato di filosofia naturale; Dell’origine dei monti; Le argute et facete lettere; Il sollazzevol convito; e, appunto, le Invettive, in cui l’autore affronta con stile appassionato e talvolta satirico i mali della società del suo tempo.

Autore: Cesare Rao di Alessano

Opera
Invettive, Orationi, et Discorsi, fatte sopra diverse materie e a diversi personaggi, con l’intento di correggere i vizi e promuovere l’esercizio delle virtù morali e delle arti liberali.

Edizione
In Vinegia, appresso Damiano Zenaro, 1587
Formato in 8° (ca. cm. 20,5 x 14,5); [5], 260 pp.
Legatura in cartonato marmorizzato coevo con dorso decorato e titolo dorato su tassello rosso. Al frontespizio timbro di possesso in rosso e bella marca tipografica xilografica con salamandra tra le fiamme e il motto “Virtuti sic cedit invidia”. Testatine e capilettera ornati.

Contesto storico e autoriale
L’opera nasce in pieno clima controriformistico, in un’epoca in cui la produzione editoriale si orientava spesso verso temi morali e pedagogici. Rao, attingendo alla tradizione oratoria classica e alle invettive ciceroniane, costruisce un affresco di precetti e ammonimenti contro i costumi corrotti del suo tempo. Il tono acceso delle invettive e la varietà dei personaggi a cui si rivolge testimoniano un’intenzione didattica ma anche una certa vena teatrale e polemica.

Elementi bibliografici e collezionistici rilevanti
Cinquecentina veneziana in prima tiratura, stampata da Damiano Zenaro, editore attivo a Venezia nel tardo XVI secolo. L’opera è arricchita da un apparato decorativo tipografico sobrio ma elegante. Il timbro in rosso al frontespizio potrebbe denotare una provenienza nobiliare o ecclesiastica. La legatura, ben conservata, con carta marmorizzata e titolazione dorata al dorso, contribuisce al valore collezionistico dell’esemplare.

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