Vilmorin, Philippe L., Charles Flahault und Vilmorin-Andrieux
Hortus Vilmorinianus. Catalogue des plantes ligneuses et herbaceÌes existant en 1905 dans les collections de M. Ph. L. de Vilmorin et dans les cultures de MM. Vilmorin-Andrieux et cie aÌ VerrieÌres-le-Buisson
Paris, Verrieres-le-Buisson, 1906
Volume in 8° (cm. 16,5 x 24,5), pagine XII, 371, (1), testi in francese, prima edizione. Brossura editoriale, titoli in rosso e nero alla coperta superiore e al dorso, incisione floreale alla coperta inferiore, pagine interne senza difetti, notevole apparato illustrativo costituito da 105 incisioni nel testo e 28 Tavole con incisioni fotografiche. Minimi segni del tempo, ottimo esemplare.
L’arboreto di Verrières-le-Buisson arboretum (Essonne, France) affonda le sue radici nel cuore del secolo dei lumi, è infatti nel 1770 che Philippe Victoire de Vilmorin e Pierre d’Andrieux fondarono a Parigi la casa di Vilmorin- Andrieux. Gradualmente questo negozio di semi cresce e si consolida grazie ai rapporti che i proprietari intrattenevano con esploratori come Andrè Michauz o Antoine Augustin Parmentier. Nel 1815 Philippe Andrè de Vilmorin (figlio di Philippe Victoire) dovette trasferire la sua collezione per mancanza di spazio, la sua scelta cadde su Verrieres le Buisson, luogo che garantiva: dei buoni terreni, un’ottima esposizione solare ed una strategica vicinanza a Parigi. Andrè allestisce le sue collezioni su una delle proprietà più prestigiose del luogo, ove tra l’altro sorgeva il Casino di Caccia che Luigi XIV fece erigere nel 1660 per Madame de la Valliere. Il parco che ospita la prestigiosa collezione arborea è un Parco di oltre 3 ettari realizzato dal paesaggista Andrè La Notre. Nel corso degli anni Philippe Andrè de Vilmorin trasformerà questo giardino in un vero e proprio arboreto, costantemente arricchito dalle generazioni dei Vilmorin . Nel corso degli anni, le generazioni i Vilmorin arricchiscono la collezione di nuovi soggetti, taluni per la prima volta in Europa, tutto minuziosamente catalogato ed etichettato.