Livius Titus
Deche di T. Livio padovano dell’istorie romane. Divise in due parti. Tradotte da M. Jacopo Nardi Cittadino Fiorentino…
Vinegia, presso Bernardo Giunti, 1586
Opera in 2 Volumi in 8° (cm. 21 x 16,5), pagg. (138), 829 numerate complessivamente solo al verso. Marchi tipografici ai frontespizi, capolettera e testate decorati, stampato in elegante corsivo, testi in italiano. Titolo completo: Deche di T. Livio padovano dell’istorie romane. Divise in due parti. Tradotte da M. Jacopo Nardi Cittadino Fiorentino. Le quali contengono l’imprese seguite tra Principi, Rep. cominciando dall’anno 2786 della creazione del mondo: nel qual tempo Antenore & Enea vennero in Italia, fino all’anno 3800 il qual anno 3800 fu anni 168 avanti l’advento di N. S. Giesu Christo. Ove sono aggiunti li sommarii a ciascun libro, molte confrontationi fatte con altri istorici del suo tempoper M. Curtio Marinelli. Con le postille che dichiarano secondo i nomi moderni i paesi, le città, i fiumi, i luoghi, le monete e altre cose degne d’esser notate. Con la Tavola di Re, Consoli, Tribuni, Pretori, Edili Curuli, Censori, Auguri, Pontefici, Intereggi, delle cose notabili. ✦ Con ex-libris araldico a stampa in ciascun volume. Legatura coeva in piena pergamena rigida con titoli manoscritti ai dorsi, tagli rossi. Piccolo tarlo su margine interno di alcune pagine del primo volume professionalmente restaurate, carte sane ed esenti da arrossamento, è bella copia da grande collezione.
✦ L’autore
Tito Livio (Titus Livius, 59 a.C. – 17 d.C.), celebre storico romano originario di Padova, è l’autore della monumentale opera Ab Urbe condita, che racconta la storia di Roma dalle origini mitiche alla sua grandezza imperiale. La sua narrazione, ispirata da un profondo spirito repubblicano e morale, ha rappresentato per secoli un modello letterario e politico nella tradizione occidentale.
Durante il Rinascimento, Livio tornò a essere considerato uno degli autori fondamentali della cultura civica umanistica, influenzando storici, politici e letterati.
✦ L’opera
La presente edizione raccoglie le celebri “Deche”, ovvero la suddivisione in decadi (gruppi di dieci libri) dell’opera liviana, secondo una tradizione editoriale consolidata dal Quattrocento. Le Deche più frequentemente riprodotte erano le prime tre (i libri I–X, XXI–XXX e XXXI–XL), poiché le restanti parti dell’opera originaria erano già perdute in epoca antica.
In questa elegante edizione cinquecentesca, i contenuti sono organizzati in due parti, seguendo la consuetudine editoriale del tempo, e accompagnati da un apparato di rubriche e commenti umanistici. Lo stile tipografico è quello classico veneziano del tardo Rinascimento, con un equilibrio tra chiarezza tipografica e rigore filologico.
✦ L’edizione
Stampata a Venezia nel 1586 presso Bernardo Giunti, membro della celebre famiglia fiorentina di tipografi-editori, questa edizione testimonia la fortuna editoriale liviana nella Venezia tardo-cinquecentesca, centro pulsante della stampa europea.
Le edizioni giuntine si distinguevano per la qualità dei caratteri, l’attenzione alla leggibilità e la cura nella revisione testuale. Questo volume si presenta come un esempio eccellente della produzione libraria classica destinata a studiosi, letterati, magistrati e collezionisti umanisti.
✦ Ex-libris
Particolarmente significativa è la presenza, in ciascun volume, di un raffinato ex-libris araldico a stampa, raffigurante:
- Tre teste coronate di leone,
- Il Leone marciano con il Vangelo aperto (Pax tibi Marce evangelista meus),
- Le iniziali M. B.,
- Un motto palindromo speculare:
TI CO NU / NU CO TI – ovvero: Tu con noi, noi con te.
Questo ex-libris, di impostazione simbolica e probabilmente associativa, suggerisce l’appartenenza dei volumi a una biblioteca privata o a un collezionista legato all’area veneta o al simbolismo marciano, con valori di fedeltà e fratellanza culturale.