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La storia de Milan cuntada su alla bona dal Meneghin alla Cecca – Dialetto Milanese –

120,00 

Il libro è una narrazione della storia di Milano, scritta interamente in dialetto milanese, presentata sotto forma di dialogo tra i personaggi Meneghino e la sua compagna Cecca. Attraverso questo dialogo, l’autore racconta gli eventi storici della città in modo colloquiale e accessibile, offrendo una prospettiva popolare sulla storia milanese.

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Pinzo (Camillo Cima)
La storia de Milan cuntada su alla bona dal Meneghin alla Cecca. Seconda Edizione. Opera completa in TRE volumi riuniti 

Milano, presso il giornale L’UOMO DI PIETRA, 1897

Tre volumi in 8° (CM. 20 X 14) legati in uno, pp. 231 (1); 260 (2); 180. Trattasi della seconda edizione, ai frontespizi interni si legge: “La storia de Milan dal prencippi fina al dì d’incoeu cuntada su alla bona dal Meneghin alla Cecca”, Milano, presso i principali librai, edicole, ecc., 1895 – 1895 -1896. Solida legatura posteriore piena tela color panna ai cui piatti sono state applicate le brossure originali. Minimi segni del tempo, ben conservato.

Il libro è una narrazione della storia di Milano, scritta interamente in dialetto milanese, presentata sotto forma di dialogo tra i personaggi Meneghino e la sua compagna Cecca. Attraverso questo dialogo, l’autore racconta gli eventi storici della città in modo colloquiale e accessibile, offrendo una prospettiva popolare sulla storia milanese.

Camillo Cima (1827-1908) nasce in una famiglia assai povera, lavora con costanza e volontà, fino a divenire buon pittore, poeta di gaia vena, storico di vaglia, brillante giornalista e fortunato commediografo (sua era stata l’idea di costituire un vero e proprio teatro milanese).
Aveva fondato «L’Uomo di Pietra», detentore per trent’anni del primato dei giornali umoristici lombardi, sul quale aveva, tra l’altro, pubblicato la sua Storia de Milan con lo pseudonimo di “Pinzo”, molto apprezzato per la spigliata esposizione, ricca di ricordi personali.
In questa atmosfera familiare prettamente meneghina, era cresciuto anche il piccolo Otto, secondo dei sei figli di Camillo. Si andava così costituendo una prestigiosa dinastia di “Milanologi” (così la definì Luigi Santucci) con la partecipazione di Corradino, fratello ultimogenito di Otto e buon poeta dialettale. Milano ha voluto onorare il padre Camillo e il figlio Otto dedicando loro una via tra l’Ortica e Lambrate, in mezzo ai campi, lungo la ferrovia.

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