La “Scena Illustrata” Anno 1900 (24 numeri) + Numero 1 del 1901
Presentiamo un volume rilegato in tela illustrata con rilievi, dorature, cornici, inserti in seta, il tutto nel più genuino Stile Art Nouveau/Liberty dell’epoca, all’interno troviamo 25 Numeri, dei quali 24 propongono tutto il pubblicato per l’anno 1900 mentre il 25° è il primo numero dell’anno 1901. Lo stato del volume di questa bellissima pubblicazione e dei suoi 25 numeri può definirsi più che buono, restaurati alcuni insignificanti strappi a qualche pagina, un paio di fogli staccati ma davvero difficili trovare difetti a questa splendida raccolta.
Ogni collezionista che si rispetti sa bene che di qualunque rivista si discuta l’anno per eccellenza più interessante, ricercato e di conseguenza raro è da sempre il 1900, questa cosa è tanto più vera per la “Scena Illustrata” che per sua vocazione innata è incline a registrare gli umori della società dell’epoca si trova al centro di uno dei periodi più interessanti per la letteratura, l’arte, il teatro, l’attualità e lo sport o sviluppo unico, oltre a ciò è importante considerare come il 1900 fu anche l’anno del regicidio del RE d’Italia Umberto I di Savoia compiuto dall’anarchico Gaetano Bresci durante una visita ufficiale del re a Monza il 29 luglio 1900 e come ancora fu l’anno nel quale tanta stampa fu dedicata a celebrare il Maestro Giuseppe Verdi quasi a presagire la sua morte che avverrà a Milano il 27 gennaio 1901. Concludendo possiamo affermare che con i suoi gusti e un’attenzione particolare alla trasformazione sociale e alle avanguardie artistiche nonché alle novità dal mondo, tra cui la rivista rappresenta fin dalla data della sua fondazione, l’espressione della migliore cultura ed informazione italiana, ricchissima di articoli, foto, stampe e illustrazioni dell’epoca che trovano amplificazione nella grafica in Stile Art Nouveau/Liberty che nell’annata proposta trionfa in ogni singola pagina.
Scena illustrata è stata una rivista culturale. Fondata a Firenze nel 1884 da Pilade Pollazzi (1852-1940) all’inizio come quindicinale di letteratura, arte, teatro, attualità e sport sulle ceneri del «Corriere di Firenze» (1865-1884) e del foglio drammatico «Carlo Goldoni». Fu pubblicata fino al settembre 2003 a Roma e dal 2004 al 2005 a Milano. Negli oltre cent’anni di pubblicazione, ha offerto uno spaccato della società e della cultura italiane del Novecento. Corredata di numerose illustrazioni e fotografie, arricchita di reportage sull’Italia e l’Europa, «Scena illustrata» ha riservato un’attenzione particolare alla trasformazione sociale e alle novità provenienti dall’estero, tra cui le avanguardie artistiche. Edmondo De Amicis così descrisse la rivista: «La “Scena Illustrata” è ogni anno più giovane, più ricca di cose belle e gentile ed è sempre segnata di una impronta tutta sua propria, amabilmente originale e geniale».
Impossibile censire tutti gli illustri illustratori che prestarono il loro genio a questa pubblicazione, citiamo tra loro 2 artisti che meritano a tutt’oggi ancora di essere studiati, indagati e approfonditi:
Carlo Casaltoli (1865 – 1903)
Da principio apprezzatissimo Pittore in Ceramiche Artistiche che negli ultimi anni della sua breve vita approda alla grafica pubblicitaria dove ottiene un grande successo. Molto è emerso dagli studi sulla grafica di fine secolo di questi ultimi anni grazie soprattutto ad inaspettate dispersioni, in case d’asta italiane e internazionali, di bozzetti e manifesti raccolti da piccoli ed ignoti collezionisti. Così ora sappiamo della vastità di quella produzione che gli permise una certa agiatezza e la qualifica, nel «Registro della popolazione stabile di Firenze», di «possidente e disegnatore»., particolarmente interessante il fortunato rinvenimento di una delle sue prime realizzazioni per Modena: il manifesto a motivi giapponesi della «Grande Veglia di Beneficenza a favore degli asili infantili urbani» organizzata il 24 gennaio 1893 al Teatro Comunale24, è forse questa la sua opera prima poi proseguita con la realizzazione di raffinate e sinuose figure femminili disegnate in vari anni di attività, interrotta dalla morte prematura avvenuta nel 1903, per le riviste «Almanacco italiano» e «Scena illustrata», nonché i lavori per spartiti musicali di case editrici italiane e tedesche, o per cartoline a soggetto sacro e profano, o per manifesti reclamizzanti i più disparati prodotti commerciali, fino alla copertina del Pinoncito (versione spagnola del collodiano Pinocchio) lo attestano, come ormai unanimemente riconosciuto, tra le fi gure più innovative del panorama dello Stile Art Nouveau/Liberty nazionale dei primi anni del 900.
Giovanni Maria Mataloni (Roma, 24 luglio 1869 – Roma, 21 settembre 1944) è stato un pubblicitario e illustratore italiano. Giovanni Maria Mataloni, di origini nobili, nacque a Roma il 24 luglio 1869 da Pietro e Agnese Papi, entrambi marchigiani. La famiglia paterna possedeva numerose cartiere nella zona di Pioraco, in provincia di Macerata. Esponente dello Stile Art Nouveau/Liberty, è considerato, assieme a Leonetto Cappiello, Adolf Hohenstein, Leopoldo Metlicovitz e Marcello Dudovich uno dei padri del moderno cartellonismo italiano.
Il suo primo manifesto è datato 1891. Ha collaborato con la Ricordi, la De Agostini, le edizioni del Dottor Chappuis di Bologna, l’editore Bocca di Torino, L’Illustrazione Italiana e lo Stabilimento Cromolitografico Alessandro Marzi di Roma. Tenne la cattedra di nudo presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma (annoverando tra suoi allievi Umberto Boccioni), realizzo anche copertine per il periodico Scena Illustrata.
Le notizie relative alla sua vita restano tuttavia scarse. Persino sul nome esatto di questo artista esistono discordanze: alcune fonti riportano Giovanni Mario Mataloni, altre (famiglia inclusa) Giovanni Maria Mataloni. Negli ultimi anni si dedicò al ritratto, in particolare di bambini e di donne, utilizzando pastelli dai toni più delicati, con felice e minuto tratteggio.